Ho letto per la prima volta Il libro di Miss Buncle di Dorothy Emily Stevenson qualche anno fa. Mi è piaciuto da subito ma è solo dopo averlo riletto in questi giorni che ne ho compreso appieno ogni passaggio ed ogni sfumatura. E l’ho amato ancora di più.
Barbara Buncle vive nel villaggio di Rivargenton, un immaginario villaggio inglese non lontano da Londra. Abita nel cottage di Selvaintricata insieme all’anziana cameriera Dorcas. Trovatasi improvvisamente in ristrettezze economiche, ritiene che la via più semplice per risollevare le sue finanze sia quella di scrivere un libro. Barbara, pur essendo ancora giovane, veste in modo sciatto ed è pressoché ignorata da tutti; ha così la possibilità di aggirarsi indisturbata per tutta Rivargenton, annotando conversazioni, tic, abitudini e scoprendo anche segreti. Poiché si ritiene una persona priva di immaginazione, scrive quello che sa e che vede: la vita apparentemente monotona dei suoi concittadini. Nasce così Disturbatore della quiete pubblica che, con suo grande stupore, l’editore Mr Abbott vuole subito pubblicare, sotto lo pseudonimo di John Smith.
Sarah Pedony, la dolce e intelligente moglie del dottore, sarà la prima – in una sera nebbiosa, fredda e umida di ottobre, a leggere il romanzo. Come era successo a Mr Abbott, Sarah ride, si diverte e rimane incollata a leggere fino a notte fonda, fino all’ultima pagina.
Le persone erano così reali, ogni singolo personaggio così convincente. Ognuno possedeva il soffio vitale.
E come era successo a Mr Abbott, Sarah si chiede se l’autore sia un uomo molto intelligente che scriveva con intento ironico oppure uno sprovveduto che scriveva in perfetta buona fede. Ben presto quasi tutti gli abitanti di Rivargenton leggono il libro di Miss Buncle e si arrabbiano e offendono nel vedersi messi a nudo davanti a tutti con tanta precisione e sincerità e si alleano per scoprire l’identità del misterioso John Smith. C’è chi chiede all’editore di ritirare il libro, chi lo minaccia di trascinarlo in tribunale, chi sospetta del vicino, chi crede di aver indovinato e architetta un piano per far uscire l’autore allo scoperto.
Nel frattempo Barbara, che nessuno ha mai preso in considerazione, con tutto quello che sta succedendo, ha talmente tanti nuovi spunti da decidere di scrivere un secondo romanzo.
Poco alla volta, proprio come Barbara aveva immaginato, il germe del cambiamento comincia a insinuarsi tra gli abitanti di Rivargenton, dopo che leggono il libro di Miss Buncle. C’è chi, come Mr Guiness, cerca di essere più gentile e comprensivo con sua moglie e i suoi figli, chi trova il coraggio di dichiararsi alla bella vicina di casa – così come aveva letto nelle pagine di Disturbatore della quiete pubblica – chi parte per un viaggio in Oriente, chi osa finalmente ribellarsi alla moglie. Anche Barbara Buncle cambia molto dopo la pubblicazione del suo romanzo. Grazie ai primi guadagni può andare a Londra a rifarsi il guardaroba e a cambiare acconciatura, mostrandosi per quella che è, una donna giovane e bella. Lascerò Barbara qui, alle prese con la stesura finale del suo secondo libro, che cambierà – questa volta definitivamente – la sua vita, e un po’ anche quella dei suoi concittadini.
Se ti ho incuriosito, puoi trovare questo meraviglioso romanzo QUI
C’è la vita della provincia inglese degli anni ’30, in questo libro delizioso, fatta di riti condivisi, come la messa della domenica o i ricevimenti in casa della facoltosa Mrs Agnelli, e piacevoli abitudini, quali il giardinaggio, le passeggiate all’aria aperta o i tè pomeridiani dall’anziana Mrs Carpenter. C’è un mondo fatto di buone maniere e di regole di bon ton che spesso nascondono un’anima ribelle che ha voglia di trasgredire.
Un’ironia sottile e pungente permea tutto il romanzo. Ironia verso i tronfi e compiaciuti abitanti di Rivargenton, tradizionalisti e abitudinari, tutti presi dal mantenere la loro posizione sociale
Aveva vissuto così a lungo tra quelle persone e sopportato così tanti tè pomeridiani da essere ormai capace di dire la cosa giusta senza neanche doverci pensare su. Semplicemente infilavi la monetina nella macchina e la cosa giusta veniva subito fuori, bell’è pronta, in un grazioso pacchetto con tanto di etichetta. La macchina funzionava senza che Barbara facesse alcuno sforzo, funzionava perfino quando la vera Barbara era assente e solo il suo involucro, con indosso gli abiti trasandati, restava seduto con la schiena dritta sulla sedia. La vera Barbara spesso volava via (…)
Ironia verso quella società inglese, dove c’era una rigida separazione tra i “signori” e i loro domestici, dove anche la piccola e media borghesia aveva la servitù e si poteva permettere di dedicare molto tempo agli impegni mondani. Ironia verso le consuetudini, le frasi fatte, la mancanza di spontaneità e di sincerità, qualità che invece non mancano di certo a Barbara.
Raffaella
Ohhh che bel suggerimento! Non conoscevo il libro mamme lo sono appuntato. E poi mi piace il nesso tra le tue creazioni e qualcosa che apparentemente è “altro”. Complimenti!
Grazie mille Priscilla, vedrai che questo libro non ti deluderà.