Me ne sono innamorata subito, dalla prima volta che l’ho letto, nel 2000, appena uscito.

L’ho riletto, poi, dieci anni dopo; l’ho capito dalle sottolineature che ho ritrovato rileggendolo.
Ho continuato ad  amarlo molto, per questo non sono mai riuscita a parlarne.

Mi capita con gli amori più grandi: non riesco a condividerli, me li tengo stretti, tutti per me.
Ora invece desideravo tanto parlare di questo romanzo e l’ho riletto. E questa volta ho capito, finalmente, perché l’ho tanto amato.
Non ve lo dirò, è un particolare che riguarda me sola, a voi basti sapere che ad ogni lettura ho compreso meglio tanti aspetti della storia e di me stessa, e ho ritrovato intatta tutta la poesia e la passione che permeano questo romanzo.

Queste pagine risuonano nella mente del lettore, hanno un ritmo – anche la prosa lo ha, oh yes – hanno armonia, si fermano e poi riprendono, a volte partono piano, le senti appena, devi farti attento e avere silenzio attorno a te, poi aumentano di volume e di intensità, accelerano, fai fatica a seguirle, ti travolgono, ti portano lontano insieme a loro per poi lasciarti, senza fiato, solo e prosciugato, abbandonato a te stesso e alle tue emozioni.

L’amore. La musica. Londra.

Questi i protagonisti principali del meraviglioso romanzo di Vikram Seth, che conoscevo già per aver letto tutte le milleseicento pagine de Il ragazzo giusto, altro capolavoro ma in modo molto diverso.
L’amore è quello interrotto e sospeso tra Michael, trentasettenne violinista, e Julia, pianista, che dopo essersi conosciuti e amati a Vienna, si perdono di vista per dieci anni, per poi incontrarsi casualmente a Londra, nel traffico di Oxford Street.
Nessuno dei due aveva mai potuto dimenticare l’altro e nonostante ora le loro vite siano molto diverse, si ritrovano con la stessa intensità del passato.

Ma se tutto sembra uguale in realtà tutto è diverso.

Julia nasconde un segreto che sta cambiando completamente il suo modo di approcciarsi al mondo e alla musica, Michael dovrà fare i conti con i motivi che allora l’avevano spinto ad abbandonare Vienna e Julia.
Da questa crisi ne usciranno molto cambiati, in modi del tutto differenti.

La musica è quella classica, di Bach, Haydin, Schubert e Mozart, quella da camera, delle partiture per quartetto d’archi, dei musicisti professionisti, del tanto studio, delle prove condivise, dell’amore sincero per il proprio strumento, della felicità di scoprire un’opera inedita, mai udita prima.
E’ la gioia di ridare vita a qualcosa scritto tanti anni prima e di farlo mettendoci dentro tutto il proprio amore e la propria sensibilità, in accordo con il proprio strumento e con i compagni musicisti.
Si respira musica, tra le pagine di questo romanzo, si mangia musica, la si vede, la si sente.

A Londra sembra di viverci mentre si attraversano le pagine del romanzo, perché Vikram Seth ci accompagna attraverso Hyde Park, all’Orangery di Kensington Gardens, sulle rive della Serpentine, dove ogni sabato mattina alcuni coraggiosi si buttano per nuotare, in centro a fare compere, ad Archangel Court, nella casa di mattoni rossi dove abita.

A vent’anni non l’avevo capito ma ora si. Ho compreso, cioè, le ragioni profonde di entrambi.
Magistrale.

Potete trovare questo splendido romanzo QUI.

Raffaella
La casa vicino al treno